Le scuole diventano così esse stesse esperienze di civile convivenza e crescita formative per gli allievi, mentre l’educazione alla cittadinanza attiva e al rispetto della cultura della legalità, fanno parte integrante dell’apprendimento, in una dimensione trasversale a tutti i saperi.
Il lavoro dei docenti e degli alunni svolto e condiviso secondo metodiche sperimentate di scuola-partecipata, sviluppa risposte educativo-didattiche rilevanti ed impegna quotidianamente nel raggiungimento di obiettivi come lo sviluppo del senso critico e delle capacità di riflessione, le abilità di comunicazione, di cooperazione, la partecipazione costruttiva, l’integrazione sociale e il senso di appartenenza alla comunità.
La mission è dotare i giovani di un bagaglio culturale che sia frutto della interazione tra apprendimenti formali e apprendimenti informali e non formali e che la cultura della cittadinanza e della legalità sia il risultato delle esperienze e delle conoscenze acquisite dentro e fuori la scuola.
E’ per questo che è importante “fare scuola anche fuori della scuola” e, in interazione costante con la famiglia e con tutti i soggetti del territorio, diventare luogo d´incontro e di scambio di esperienze, di relazioni e di occasioni di confronto, moltiplicando le opportunità di apprendimento e facilitando il dialogo fra giovani e istituzioni, tra pari, tra generazioni e culture diverse, garantendo la capacità di confrontarsi in modo costruttivo e di porsi in modo critico, ma rispettoso, di fronte all’altro.
L'intervento educativo costantemente rivolto alla costruzione di motivazioni e relazioni profonde permette ai bambini e ai ragazzi di sentirsi responsabili per la propria maturazione, di sviluppare cooperazione, aiuto reciproco, solidarietà. L’effettivo coinvolgimento di tutti nella gestione delle attività scolastiche, nella condivisione degli obiettivi, nella progettazione, nella valutazione, nella realizzazione di prodotti, nella promozione culturale, crea le condizioni per la maturazione di una cittadinanza attiva, capace di perseguire valori della pace, della solidarietà, della giustizia, dell’accoglienza del diverso, del rispetto per l’uomo e la natura.
Perseguire l’ideale di una formazione incentrata sulla partecipazione attiva dei ragazzi implica la progettazione di percorsi interdisciplinari per interagire con il territorio, con la vita sociale, la rappresentanza democratica, la gestione politica ed una didattica laboratoriale per sviluppare la cooperazione e la comunicazione, anche all’interno della scuola stessa, in un'ottica di valorizzazione dell'integrazione e dello sviluppo delle attitudini di ciascuno.
L'idea di fondo, basata sulla valorizzazione della dimensione attiva dell'apprendimento e sulla rilevanza dell'operatività non solo pratica, ma anche mentale, contribuisce al raggiungimento dell'obiettivo di "imparare a saper fare" e facilita l’apprendimento degli studenti in quanto li coinvolge anche dal punto di vista fisico ed emotivo nella relazione diretta e gratificante con i compagni e con gli adulti; infine i docenti hanno la possibilità di guidare l’azione didattica per “situazioni-problema” e sperimentare strumenti d'innovazione metodologica, con l’obiettivo di attivare prassi educative volte a promuovere l'attuazione dei percorsi per l’accoglienza e la qualità delle relazioni, per favorire l’inclusione delle diversità e l'apprendimento differenziato.
Nella convinzione che i ragazzi sono e devono rimanere protagonisti del percorso formativo e nutrire motivazioni forti nel venire a scuola, ma anche senso di responsabilità al dovere, è altresì necessario attivare uno scambio/ confronto di buone pratiche attraverso una riflessione da effettuare individualmente e nei consigli di classe, sulle seguenti domande-guida:
Che cosa significa concretamente partecipare alla vita della propria scuola per i bambini e le bambine e per i ragazzi e le ragazze ?
Attraverso quali modalità e/o procedure si realizza e si sviluppa la loro partecipazione attiva?
Come gli alunni e le alunne diventano protagonisti nella costruzione del loro curricolo?
E quali aspetti pratici sviluppano la responsabilità?
Per far sì che questa fase progettuale possa approdare all'individuazione delle procedure condivise per una piena realizzazione dell'innovazione metodologica, organizzativa e strutturale è altresì utile evidenziare tre aspetti di approfondimento propedeutico ai percorsi di sperimentazione nelle scuole:
1. Partendo dall'assunto che un ambiente educativo effettivamente democratico è quello in cui sia possibile esercitare la partecipazione e dunque la responsabilità, l'idea è che la democrazia si impara in una scuola in cui gli alunni possono intervenire nelle scelte, che riguardano gli apprendimenti e la convivenza scolastica, e sono liberi di farlo perché dotati anche di autonomia, consapevolezza e potere.
2. L'apprendimento è fatto non solo di informazioni da acquisire e di nozioni da imparare, ma soprattutto di competenze di cui impadronirsi, per cui si incrementano le esperienze di autovalutazione. Infatti la capacità di autovalutarsi è uno strumento potente per incentivare la responsabilità, l’autonomia e la motivazione intrinseca degli studenti, ed è profondamente integrata al processo di apprendimento. Se gli studenti apprendono “per se stessi” e non per il voto o per accontentare qualcuno, la costante mappatura del proprio apprendimento, consente di autoregolarsi e di essere protagonisti responsabili del processo di apprendimento cioè essere a conoscenza del punto in cui ci si trova e di quello in cui si dovrebbe arrivare.
3. Interessante è anche la ricognizione delle pratiche relative alla strutturazione dei contratti formativi tra docenti ed alunni. Infatti il contratto favorisce una posizione attiva e consapevole degli studenti all'interno del processo formativo e realizza la trasparente esplicitazione degli obiettivi, dei traguardi e dei parametri valutativi, inoltre, in fase di contrattazione, avvengono degli aggiustamenti del programma che favoriscono lo sviluppo della coprogettazione.
I tre valori fondanti di Ospitalità, Responsabilità e Comunità” investono in eguale misura i ragazzi e gli adulti e si sviluppano nella condivisione di pensieri e azioni di tutti gli autori-attori del processo di apprendimento/insegnamento che si traduce nell'offerta culturale di qualità mediante l'attuazione di percorsi attenti alle differenze individuali e calibrati sui livelli raggiunti, grazie anche alla possibilità di tempi scuola distesi e flessibili, curandone tutti gli aspetti, da quelli emotivi, a quelli razionali, da quelli corporei a quelli intellettuali. La riorganizzazione degli spazi scolastici dentro e fuori l'aula e il plesso consente l'utilizzo di modalità didattiche e strategie d'insegnamento basate su modelli psicopedagogici a rinforzo positivo volti a incrementare sicurezza e senso di autoefficacia, l'impostazione di una relazione basata su fiducia, ascolto, accompagnamento, una maggiore considerazione della pluralità delle dimensioni dello studente.
Per realizzare questa scuola c’è bisogno di tempo per ascoltare i ragazzini, per conversare con loro, per costruire insieme ‘le leggi’ che regolano la vita giornaliera, per costruire atteggiamenti e comportamenti nonviolenti, per valorizzare tutti i bambini e i ragazzini con le loro differenze e particolarità, per condividere la scelta delle attività e dove tutti possono sentire la responsabilità di ciò che hanno scelto, dove si possa vivere respirando momenti di libertà.
E c'è bisogno di monitoraggio e di manutenzione continua per aiutare le scuole a Riflettere, Redarre, Realizzare, Revisionare la propria azione. Oltre all'organizzazione periodica di focus group interni ai consigli di classe o di plesso, ma talvolta anche allargati alla componente genitori e studenti, sono preziose le griglie predisposte con domande di controllo guidato atte a verificare come si sta procedendo e per far sì che tutti siano a conoscenza di quello che si sta realizzando.
In particolare sono due i punti, quesiti-chiave, ai quali è utile dare una risposta, uno che riguarda gli alunni e l'altro relativo ai docenti:
Gli alunni sono coinvolti nel proprio apprendimento avendo anche opportunità di autovalutarsi, progettare e scegliere le attività, sono coinvolti nella gestione della scuola e della classe dandosi regole e procedure di lavoro?
I docenti sanno organizzare l’ambiente per favorire l’autonomia, l’indipendenza e la responsabilità, progettano in la giornata, la settimana e l’anno scolastico, sanno valutare per l’apprendimento in relazione alle competenze autentiche?
Gli alunni hanno la possibilità di scegliere nelle attività e la possibilità di scegliere tra le attività ed esiste una documentazione che attesta tale fatto?
Ci sono pannelli alle pareti, curati e ben strutturati, per sintesi e rinforzo di attività?
Esistono molti materiali di gestione come orologi per le attività, pannello per la gestione dei gruppi ecc…e sono ben visibili all’interno della classe?
In classe è utilizzato il pannello con le attività del giorno/settimana e gli insegnanti si impegnano a pianificare tali attività informando e coinvolgendo gli alunni?
E’ presente il pannello che illustra le procedure per il comportamento in situazioni precise?
E’ presente almeno un computer in aula e viene utilizzato, con modalità autonome, per esercitazioni?
Gli alunni, a livello di gruppo classe, vengono coinvolti nella conoscenza/condivisione/co-costruzione degli obiettivi-mete e nella valutazione del percorso?
Almeno la metà delle esercitazioni prevede materiali di autovalutazione?
Gli insegnanti orientano le attività didattiche verso compiti autentici?
Gli insegnanti promuovono forme individuali di autovalutazione degli alunni?
In questo quadro di azioni pedagogiche, culturali, organizzative per rendere la scuola inclusiva e partecipata, ma anche impegnativa e sfidante un ruolo fondamentale è dato alla valutazione dei ragazzi, non solo quella esplicitata al termine dell’anno o nella sua fase intermedia sul documento di valutazione ma soprattutto nel corso del quotidiano lavoro didattico. La valutazione degli apprendimenti, ma anche la valutazione dei comportamenti di ogni singolo ragazzo, tiene conto del contesto socioculturale di riferimento, della sua storia personale di impegno, responsabilità, cooperazione, autonomia e partecipazione, non dimenticando i traguardi di apprendimento obbligatori descritti nelle Indicazioni ministeriali. Si valuta il percorso di apprendimento e di crescita complessiva, ma soprattutto si promuove l’autovalutazione nei modi e nelle forme rapportate all’età dei ragazzini, per stimolare la loro partecipazione individuale alla costruzione degli apprendimenti e dei comportamenti, per acquisire la Consapevolezza dei propri punti di forza, ma anche di debolezza, per assumersi la Responsabilità delle proprie scelte più o meno impegnative e sfidanti, per raggiungere l'Autonomia di giudizio e di azione indicativa del progresso di crescita.